Storia

Don Agostino Grassi

1974 – NASCE LA COMUNITA’ D’ACCOGLIENZA “GRAZIA E PACE”.

Un sacerdote, don Agostino Grassi, ispirandosi alla tradizione delle prime comunità cristiane e spinto dal desiderio di realizzare concretamente l’ideale evangelico della fraternità, dell’amore, dell’accoglienza dei “più piccoli”, degli emarginati, degli esclusi dalla società, inizia un’esperienza di convivenza e condivisione con altri “fratelli e sorelle”, a Carpineta di Cesena, un piccolo paesino sulle colline che circondano la città. Tutti, senza alcuna discriminazione sono parte della stessa “piccola famiglia”, sani e malati, ricchi e poveri; tutti i beni vengono messi in comune, si vive del proprio lavoro e della Carità che la Provvidenza invia.

L’unica regola della Casa è l’amore, il rispetto, il perdono, l’accoglienza reciproca, la comunione: “Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli Apostoli, nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere, Avevano un cuore solo e un’anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli aparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune” (At. 2,42; 4,32).

Lentamente , accanto ad un primo nucleo di convivenza, si uniscono altre famiglie, che diventano altrettante piccole comunità d’accoglienza.

La Casa è aperta a tutti, persone che desiderano vivere, anche per un breve periodo, questa esperienza comunitaria, volontari che possono e vogliono donare un po’ del loro tempo, emarginati di ogni genere, alcolizzati, ex-carcerati, tossicodipendenti, malati mentali, barboni, disagiati sociali, ragazze madri, ecc.; attraverso una proficua collaborazione con la Caritas diocesana, vengono inseriti anche alcuni obiettori di coscienza.

Chiunque può trovare una famiglia, un po’ di affetto, un ambiente occogliente; ognuno partecipa alla vita della Casa secondo le proprie possibilità, contribuendo con le proprie risorse e mettendo a disposizione i propri talenti; non vi sono retribuzioni, nè bilanci finanziari, ognuno chiede ciò di cui ha bisogno.

Le richieste di inserimento aumentano, ma lo spazio a disposizione è scarso, la canonica della Parrocchia, può ospitare al massimo una ventina di persone; qualche famiglia cerca un appartamento nei dintorni, si tesse pian piano una rete di solidarietà e di condivisione, il progetto ideale prende sempre più forma: essere un insieme di “piccole famiglie”, modello di accoglienza per ogni famiglia. Non ci si deve sostituire alle altre strutture o istituzioni di assistenza, ma si deve collaborare apertamente e liberamente con esse; non ci si deve trasformare in congregazione o istituto religioso, ma si deve vivere semplicemente la propria fede, secondo la propria particolare vocazione.

Don Agostino Grassi, leader carismatico e animatore spirituale, cerca di vivificare la Comunità diffondendone gli indenti ideali: ognuno ovunque si trovi e nella propria situazione, riconoscendo consapevolmente ciò che gli è stato donato per poterlo ridonare, e ciò di cui ha bisogno, può diventare “lievito” e far nascere una realtà d’amore e di accoglienza; nel corso degli anni tanti amici, fratelli e sorelle, si legano e collegano alla Comunità “Grazia e pace”, che rimane per tutti un punto di riferimento, un luogo d’incontro privilegiato.

Quando don Agostino viene nominato parroco di Saiano, tutta la Comunità si trasferisce nella Canonica della Chiesa parrocchiale. Saiano, a 3 Km da Carpineta, è un altro piccolo paesino delle colline cesenati, terra ridente e fertile, coltivata a frutteti, ortaggi e vigne, luogo tranquillo e ben collegato con la città. Il rapporto con gli abitanti, per lo più coltivatori diretti, è buono, di collaborazione e di aiuto reciproco.

Nella vita quotidiana di tutti i giorni, l’attività lavorativa diventa fondamentale. nascono un laboratorio di cornici e una falegnameria, quindi si apre un piccolo negozio per la vendita degli oggetti prodotti, si avvia una piccola azienda agricola e si inizia a coltivare il podere della Prebenda parrocchiale di S. Apollinare in Saiano; iniziano rapporti di collaborazione con aziende locali, che forniscono semplici lavori di assemblaggio; per ogni ospite si cerca un’attività adeguata alle sue capacità; nasce un centro raccolta ferro, carta, stracci; un nuovo capannone per la produzione dei pallets garantisce per alcuni anni ad una famiglia, un sostegno economico adeguato; aumentano le capacità di accoglienza e si costruiscono nuovi spazi per la condivisione e l’incontro.

La Comunità non è un luogo chiuso ed autosifficente, è aperta a tutti coloro che vogliono dare il loro contributo, in loro consiglio, il loro aiuto, siano essi privati o enti pubblici; inizia ben presto un proficuo rapporto di collaborazione con i servizi sociali dei Comuni circostanti, con i servizi delle USL, con cooperative sociali ed associazioni assistenziali.

Col passare degli anni si cresce, cambiano i bisogni sociali, maturano nuove scelte e prospettive: non è possibile accogliere tutti ed essere in grado di rispondere convenientemente ad ogni tipo di richiesta. Nascono altre Comunità specializzate nel recupero di tipologie di utenze particolari: alle Comunità per tossicodipentendi si inviano in genere coloro che vivono questo tipo di disagio, alle strutture psichiatriche del SIMAP si richiede un intervento per le patologie psichiatriche più gravi, per l’inserimento lavorativo dei portatori di handicap ci si appoggia alle Cooperative sociali, alle scuole di formazione professionale, ecc.

La maggior parte degli ospiti accolti ha dei problemi di tipo psichiatrico, sono handicappati psichici o malati mentali, più o meno gravi, si pensa così di privilegiare questo settore, poichè le strutture alternative ai manicomi nascono con enorme difficoltà; il rapporto con il Servizio psichiatrico è sempre più stretto, assistenti sociali e medici seguono con attenzione lo sviluppo di questa Casa d’accoglienza..

Non vi sono ancora operatori professionali, ma tutto il lavoro viene svolto da volontari che per periodi più o meno lunghi, per motivi religiosi, umanitari o altro, decidono di condividere questa esperienza.

Dodici anni passano in fretta, cresce l’esigenza di dare a questa realtà una struttura organizzativa più chiara e trasparente.

1986 LA COMUNITÀ DIVENTA ASSOCIAZIONE “GRAZIA E PACE”.

Nuove esigenze nella gestione delle attività lavorative e rapporti, di natura terapeutica ed economica, sempre più stretti con gli enti pubblici, inducono don Agostino a cercare una formalizzazione giuridica più chiara: si sceglie la forma associativa, nasce l’Associazione “Grazia e pace”, con Atto costitutivo, davanti al notaio, il 30 gennaio 1986.

La preoccupazione principale è quella di non perdere lo spirito delle origini e di mantenere fra gli scopi dell’Associazione, gli ideali ispiratori di questa particolare esperienza, che potrebbero dileguarsi fra i meandri della burocrazia e dei regolamenti scritti.

Per alcuni ospiti inseriti gli enti pubblici pagano rette di mantenimento, esse permettono alla Comunità di fare qualche progetto in più e di avere qualche debito in meno.

Nuovi bisogni sociali emergono: aumentano le richieste di inserimento di extracomunitari, spesso disadattati ed emarginati, di barboni, dei “senza fissa dimora”, categorie di esclusi che non rientrano in nessuna delle tipologie assistite dagli enti pubblici; questi non posseggono nulla e nessuno si preoccupa di loro, sono i nuovi poveri che vengono a bussare alla porta della Comunità, non si può non aprirla, ma si è costretti per lo più a dire di no. Le dimensioni dell’immobile sono ridotte, non si possono accogliere più di 10 o 15 ospiti, le famiglie che si associano possono essere di aiuto, ma rimangono impotenti di fronte all’enorme quantità di richieste. Le risposte che si possono dare sono come una piccola goccia in un oceano.

Due mini appartamenti, contigui alla Chiesa parrocchiale, vengono ceduti in comodato,possono essere utilizzati per gli ospiti più autonomi, in transito verso un pieno reinserimento sociale; i locali di un ex-circolo sportivo vengono affittati e trasformati per accogliere gruppi, ospiti di passaggio, obiettori di coscienza, possono essere utilizzati per attività sportive, ricreative, di animazione.

Si organizzano, durante l’estate, Campi di lavoro internazionali, in collaborazione con il Movimento Cristiano per la Pace, un’organizzazione pacifista internazionale, sono sempre un’occasione di contatto e di scambio con gli altri paesi europei ed extraeuropei.

1993 – DON AGOSTINO GRASSI VIENE TRASFERITO DAL VESCOVO NELLA PARROCCHIA DI BOSCHETTO DI CESENATICO.

Gli amici della Comunità ed i soci della preesistente Associazione decidono di farsi carico direttamente e completamente della gestione di questa realtà di accoglienza, convinti che sia indispensabile continuare a far vivere questa esperienza autentica e genuina, in grado di rispondere a tanti bisogni sociali ed a istanze profonde e fondamentali, radicate nello spirito e nel cuore dell’uomo.

Si elabora un nuovo Statuto sociale, per adattarlo alle nuove esigenze, per fissare con ancor più chiarezza gli ideali ispiratori e le finalità da perseguire: l’Associazione “Grazia e pace” è aperta a tutti, credenti e non credenti, animati dal desiderio di condividere la propria vita con gli altri e aperti all’accoglienza, nei modi in cui essa può concretizzarsi.

In questi anni nuove leggi dello Stato e delle Regioni sono state approvate: Leggequadro per l’assistenza n. 104/92, Legge 266/91, L.R. 26/93, La Direttiva regionale sull’autorizzazione al funzionamento n. 560/91, ecc. E’ indispensabile e vitale riorganizzare questa struttura per adeguarla alle norme vigenti, al fine di rafforzare in rapporto con gli enti pubblici e le altre organizzazioni e di garantire maggiore sicurezza e trasparenza a questa piccola, ma importante esperienza di vita. Questa operazione, ancora non completamente conclusa, richiede risorse finanziarie, attività lavorative più redditizie, un progetto terapeutico più articolato e meglio definito, la predisposizione di servizi chiari e ben delineati.

Più di trenta soci si impegnano su questo cammino, rimanendo fedelmente legati agli ideali ispiratori dell’origine: i valori evangelici, l’attitudine della gratuità e del servizio, una radicata fiducia nel dialogo, nella disponibilità, nella comunione ed unità, nell’apertura a tutti i fratelli, nella carità.

Si elegge un nuovo Consiglio Direttivo ed un nuovo Presidente, si riorganizza la gestione economico finanziaria, si cerca una veste giuridica rispondente: chiediamo di essere iscritti nel Registro regionale dell’Emilia Romagna come Associazione di volontariato.

Con l’elaborazione di un Progetto terapeutico generale, che tenga conto dell’esperienza acquisita, ma anche di modelli teorici autorevoli ed adeguati, si delimitano e determinano i servizi che la Casa d’accoglienza è in grado di fornire: si privilegiano i malati psichiatrici e si inseriscono solo altri ospiti, extracomunitari, disadattati, caratteriali, disagiati in genere, che siano compatibili.

Accanto ai volontari vengono assunti operatori retribuiti, assistenti di base ed educatori, che iniziano una attività di formazione ed entrano a far parte dell’equipe terapeutica. Una psicologa cura le dinamiche del gruppo di lavoro, i rapporti con gli enti invianti e le famiglie, la vita degli ospiti nella Casa.

L’attività terapeutica si ispira al progetto di riabilitazione sociale di M. Spivak, egli stesso viene a visitarci per conoscerci, inizia con lui un rapporto di proficua collaborazione.

Il rapporto con i servizi pubblici, AUSL, Comuni, Provincia,ecc. è sempre più chiaro e trasparente; non appena possibile si stipuleranno Convenzioni, ispirate al rispetto reciproco, al rispetto dei diversi ruoli e dell’autonomia di ognuno.

I volontari continuano a garantire la loro presenza ed il loro impegno, essi hanno compiti di gestione ed organizzazione, di programmazione e di animazione; attorno alla Casa d’accoglienza nascono altre attività socio-assistenziali, culturali, economiche, ricreative, spirituali.

Si apre un nuovo Laboratorio di assembleggio, in collaborazione con un’azienda locale, nel quale è possibile inserire e coinvolgere anche ospiti con gravi proglemi psichici.

Parte il progetto Solidarietà-ecologia: si crea un centro raccolta e Mercatino dell’usato, in cui si rivendono per auto finanziamento oggetti di ogni tipo, riutilizzabili:diventa ben presto un’interessante occasione terapeutica, di incontro e coinvolgimento per volontari, operatori, ospiti ed amici.

Anche il rapporto con la Chiesa locale si rafforza, la parrocchia concede in comodato la canonica della Prebenda all’Associazione; i volontari garantiscono l’animazione della vita parrocchiale ed organizzano momenti di spiritualità e riflessione sulla Sacra Scrittura.

L’inserimento e l’aiuto degli extra-comunitari, in genere dei più disagiati, avviene in collaborazione con la Caritas diocesana.

Una rete di relazioni e di rapporti è ormai intessuta, il percorso seguito, qualche volta tortuoso e difficile, altre agevole e lineare, ci ha condotto fin qui, ora guardiamo in avanti con la ferma convinzione che, anche se non è possibile risolvere ogni problema che ci si presenta davanti, tutti siamo chiamati a dare il nostro piccolo contributo, secondo le nostre possibilità e risorse; ognuno può mettere il proprio tassello, per far crescere questa esperienza e speranza di vita

1994 - UNA GESTIONE IN REGIME DI VOLONTARIATO INTEGRATO.
GESTIONE CON L'INSERIMENTO DI OPERATORI RETRIBUITI E QUALIFICATI.

  • Si costituisce un’Associazione di volontariato a norma L. 266/91 e L R. 26/93.
  • Si privilegia la tipologia del disagio psichico.
  • Iniziano i vincoli. Aumentano i costi.
  • Si è costretti a chiedere rette di mantenimento. Si privilegia il rapporto con gli enti: Servizi sociali, AUSL-DSM, Caritas…..
  • Si offrono più garanzie. Si stipulano Convenzioni. Gli Enti si sentono rassicurati…

1997 - FASE STRUTTURATA. NASCE LA GRAZIA E PACE COOPERATIVA SOCIALE a r. l. , AI SENSI DELLA LEGGE 381, DELL'8 NOVEMBRE 1991

  • È necessario adeguarsi a tutte le norme. Autorizzazioni, Sicurezza sul lavoro, Privacy.
  • Servono i tecnici per l’amministrazione. Serve un Commercialista. L’attività volontaria non basta più in molti settori. Servono i tecnici per l’adeguamento delle Strutture.
  • Serve personale più qualificato (psicologi, psichiatri, educatori, Adb, Oss….)
  • Bisogna selezionare una tipologia di utenza più specifica. Arriva la specializzazione.
  • Ospitalità, accoglienza e condivisione entrano in crisi.
  • Si cercano dei modelli per qualificare i progetti riabilitativi. Mark Spivak ci incontra e ci sostiene.
  • Le rette non bastano mai.
  • I volontari diventano sempre più marginali.

OGGI

La Grazia e pace Cooperativa sociale a r. l. gestisce quattro strutture ed un appartamento di proprietà del Comune di Cesena.

  • Comunità del Samaritano”, Comunità Alloggio psichiatrica, per accoglienza di persone con disagio psichico. A Saiano di Cesena, via Sorrivoli, 4955. N. 14 posti letto. Assistenza sulle 24 ore.
  • Il Germoglio, Comunità in rosa”, Casa / comunità per gestanti e per madri con bambino, per accoglienza di donne sole o con minori a carico, in situazioni di bisogno (Via Chiesa di Diegaro, 125, Diegaro di Cesena). Autorizzazione al funzionamento N. 11 del 23-07-2009 del Comune di Cesena, a norma L.R. N. 4/2008. N. 14 posti letto. Assistenza sulle 24 ore.
  • Comunità la Fonte, Casa / comunità per gestanti e per madri con bambino, a Saiano di Cesena, per accoglienza di donne sole o con minori a carico, in situazioni di bisogno (Via Sorrivoli, 4955, Saiano di Cesena). Autorizzazione al funzionamento N. 16 del 04-08-2009 del Comune di Cesena, a norma L.R. N. 4/2008. N. 13 posti letto. Assistenza sulle 12 ore.
  • Il Gelso, Comunità educativa. Comunità educativa per minori a Diegaro di Cesena, per accoglienza di minori dai 3 ai 14 anni (Via Chiesa di Diegaro, 101, Diegaro di Cesena).  N. 8 posti letto.